Lo sai che...?

Una mucca beve in media dai 50 agli 80 litri di acqua al giorno.

D’inverno, quando mangia più foraggio, ha maggiore necessità di bere; mentre d’estate beve meno, dato che si nutre di erba fresca, molto ricca di acqua.

Una forma di Gorgonzola DOP pesa circa 12 Kg

Il Gorgonzola DOP è un formaggio italiano tutelato a livello comunitario che, per ottenere la Denominazione di Origine Protetta, deve adempiere a requisiti severi sul luogo di produzione, le tecniche impiegate, la materie prime, ecc.
Nei banchi a libero servizio, il prodotto si può trovare tagliato in porzioni da 6 Kg, 3 Kg, 1,5 Kg o in vaschette da 200 g.

In natura gli oggetti appaiono bianchi quando c’è un certo livello di riflessione della luce.

Il latte è costituito per l’87% d’acqua e per il restante 13% da solidi, tra cui proteine e grassi vari.
Tra le proteine, la caseina è la più importante e rappresenta circa l’80% delle proteine del latte.
La caseina è formata da micro particelle idrofobe che non si sciolgono nell’acqua, e che non assorbono la luce, anzi la riflettono.
Se la caseina riflette tutta la luce, dunque, possiamo comprendere il motivo per cui il latte ci appare bianco.
Al taglio, alcuni formaggi presentano numerosi buchi di varie dimensioni, denominati occhiatura.

Questi buchi si creano grazie alla presenza di microrganismi naturali o lattobacilli che, durante la stagionatura delle forme, scompongono l'acido lattico e producono, tra l'altro, anidride carbonica.
Quest'aria in eccedenza, non riuscendo a fuoriuscire subito dal formaggio, crea all'interno della pasta le classiche bollicine, chiamate anche "occhi".  
Nel 2013, risulta che l’Italia abbia esportato circa 321.899 tonnellate di formaggio in tutto il mondo.

Il 74% delle esportazioni è stato diretto verso i paesi dell’Unione Europea, in particolar modo Francia, Germania e Regno Unito. Una buona percentuale di richieste è giunta anche dal Nord America (11%) e dagli stati europei non appartenenti all’UE (8,7%).
Una mucca produce in media circa 22 - 25 litri di latte al giorno.
Tuttavia, la produzione di latte è influenzata da diversi fattori, quali la razza, l’età, la fase di lattazione, il tipo di alimentazione, ecc.
Il formaggio più antico del mondo risale a circa 3600 anni fa.

Pezzi di formaggio, infatti, sono stati rinvenuti in alcuni scavi archeologici in Cina. Secondo gli esperti, si sarebbe conservato così a lungo grazie al clima secco del deserto e alla protezione in legno che gli ha permesso di non entrare in contatto con gli agenti atmosferici, fungendo da sacchetto “sottovuoto”.
La denominazione del formaggio “Stracchino” sembra provenire dal termine dialettale “stracch”, ovvero stanco.

Si riferisce a quel formaggio che si produceva un tempo nei momenti di sosta durante la transumanza delle vacche dalla pianura agli alpeggi e viceversa ed era realizzato con il poco latte di animali "stracchi" per il viaggio.
Lo Stracchino doveva essere un formaggio veloce da preparare, poiché non si aveva tempo di scaldare il latte, né di farlo coagulare.
Alcuni dei formaggi più famosi al mondo devono il loro aroma caratteristico alla presenza di muffe di vari colori.
Si tratta di microrganismi naturali che appartengono al genere Penicillium.
Questi lattobacilli utilizzano i grassi, le vitamine, le proteine e i minerali contenuti nel formaggio come fonte alimentare.
In estate, una mucca da latte al pascolo mangia in media circa 60-70 Kg di erba al giorno.

In inverno, invece, mangia un quantitativo di circa 30 Kg (peso nettamente inferiore rispetto all'erba brucata in estate, dato che si tratta di alimenti secchi, privi di acqua, che dunque pesano meno) tra fieno, foraggio e altri alimenti complementari.
Il latte viene detto pastorizzato quando viene sottoposto a un trattamento termico ad alte temperature che permette di eliminare gli agenti patogeni presenti nell’alimento che ne comprometterebbero la qualità. Privato di questi microrganismi, il latte si conserva molto più a lungo senza subire alterazioni.

Il nome di questo processo deriva dal chimico francese Louis Pasteur che per primo, nel XIX secolo, ha scoperto la relazione fra le alterazioni dei cibi e la presenza di microrganismi, confermando che era possibile utilizzare il calore per distruggere questi agenti.
Molti alimenti di uso comune che troviamo al supermercato e consumiamo abitualmente riportano queste sigle.
Si tratta, infatti, di acronimi creati per valorizzare e tutelare alcuni prodotti.

La sigla DOC si utilizza solo per i vini e indica un prodotto a Denominazione di Origine Controllata. E’ un marchio a livello nazionale riconosciuto a tutti quei prodotti che rispettano i parametri previsti in materia di localizzazione geografica e materie prime.

L’acronimo DOCG è usato esclusivamente per i vini e significa Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Si tratta di un riconoscimento di pregio dato solo a prodotti che adempiono a normative più severe.

La sigla DOP (Denominazione di Origine Protetta) viene utilizzata per gli altri prodotti alimentari. Si tratta di un marchio comunitario che indica un prodotto proveniente da una regione o un paese la cui peculiarità è legata a fattori di natura geografica, naturali o umani.
Per ottenere il riconoscimento DOP, è necessario che tutte le fasi di produzione, trasformazione e lavorazione del prodotto si svolgano nell’area delimitata.
I dati presentati in questa sezione sono stati tratti da fonti esterne verificate, quali enciclopedie, riviste specializzate, fonti locali, ecc. Le informazioni sono state riportate al solo scopo informativo. Escludiamo, pertanto, ogni responsabilità riguardo un’errata interpretazione delle stesse o un loro uso scorretto.

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